Non c’era mai stato niente di più rilassante nella mia vita di quella piccola coppa celeste, la stessa da anni, allo stesso tavolino. Sempre lo stesso frappè al cioccolato, quell’ingrediente base di tutte le giornate storte, in cui solo il cioccolato poteva darti il brivido di felicità che in quel giorno, come in molti altri da qualche tempo, non ti arrivava più. Riflettendoci era meglio di una droga, e molte volte non era altro che un piccolo desiderio di dolcezza, non quella degli amici, che pur molto affidabile e sincera era qualcosa di troppo prezioso, da non sprecare per una giornata un po’ “sfortunata”. Forse era il ricciolo, di quel frappè al cioccolato, che sembrava una piccola nuvola, in quei pomeriggi vuoti in cui guardi il cielo e ti convinci di aver visto di tutto, anche l’impossibile, solo perché era quello a cui pensavi in quel momento e che speravi di vedere. Vedi il volto della tua ragazza, e una vocina ti dice che forse sarebbe stato bello, un giorno, che lei fosse venuta a prendere un frappè, ma poi ti convinci che quello è un momento tuo, se pur fantastico da non condividere neanche con la più splendida delle persone che ti circondano. Un momento da tenere stretto e da vivere poco alla volta per paura che riviverlo troppe volte significherebbe condannarlo alla monotonia della tua giornata, una terribile e buffa coincidenza, visto che quel frappè era proprio il momento per evadere. Dire a tutti che vai a prendere un frappè, che torni dopo qualche minuto, staccare il telefono e lasciare fuori dalla porta di quel bar così familiare, tutti i problemi e anche quelle nuvole scure di quella giornata fredda, che non ricordano affatto il ricciolo di quel tuo frappè al cioccolato.
Ecco finalmente inizi a gustare quella che ti sembra la più bella delle creazioni in tutta la storia dell’uomo, la delizia unica, che pur ormai conosciuta, stupisce la mente e il cuore ogni volta che la si avvicina. A cosa pensi? A nulla tutto quello che non è il tuo frappè non esiste, esisterà soltanto quando lo avrai finito. Ti dici di fare piano, di ritardare il momento in cui uscirai da quel bar, perché una volta uscito tutto ti sommergerà di nuovo, e non potrai venire a prendere un frappè, se non sarai pronto dovrai resistere. Gli ultimi momenti di vuoto, poi finisce il tuo frappè ed ecco… Tornano i pensieri, mentre la tua mente cerca di barricarsi e gridare che sei ancora nel bar, è presto per i problemi.
Fissi la coppa vuota che ti sembra un po’ meno blu senza il frappè dentro: “ Sei soddisfatto?” ti chiedi. Ti rispondi subito fermamente di sì, perché non dovresti in fondo? Ti alzi e, anche se non dovresti, porti la coppa al bancone, abitudine discutibile ma troppo radicata per smettere di farlo. Al bancone la cameriera ti sorride e tu le sorridi e pensi: “ Ecco perché scelgo questo bar, trovano anche il tempo per un sorriso qui!”.
Tocca a te ora, non c’è più il tuo frappè ad addolcirti la vita, ora sei tu contro tutti intenzionato a farti valere, ad affrontare i problemi così come vengono. È la vita, non ti dispiace, perché sei pronto a tutto dopo il tuo frappè.
Vicino alla porta dai un ultimo sguardo al bar, lanci un’occhiata di sfuggita al “tuo” tavolino, l’ultima per oggi. Afferri la maniglia della porta e ti volti per salutare tutti, anche chi non conosci, ti giri verso la soglia e come ogni volta prima di uscire dici sottovoce: “ Al prossimo frappè…”.
Nessun commento:
Posta un commento
...di la tua ...